Pochi sono gli eventi che aspetto e che non mi perdo neanche un anno. Uno di questi è la fiera del libro usato a Milano.
Il passato sabato (20 gennaio), infatti, sono approdata in via Tortona per perdermi fra i libri usati e fuori commercio. Non scrivo “antichi” solo perché quelli non posso permettermeli e devo limitarmi a guardarli.
Da quello che ho capito, quest’anno l’evento è stato identificato come “Salone della Cultura” perché accorpata all’evento omonimo. È stato l’anno dei cambiamenti – più del solito, visto che in principio la facevano molto più vicino a casa mia – perché, oltre al nome, quest’anno ci ha sorpresi con un ingresso a pagamento (5 €) e con qualche laboratorio che era proprio del Salone della Cultura. Non ho partecipato a questi ultimi, perché ho appena le energie per girare tutta la fiera senza crollare come una bimba, ma non mi ha infastidito troppo pagare l’ingresso, visto il prezzo irrisorio. Certo, non so quanto possano dire lo stesso i commercianti, che magari si sono ritrovati con meno clientela e con persone che non solo dovevano pagare gli acquisti, ma anche l’ingresso, con conseguente, possibile cattivo umore.…
Non ero alla ricerca di un libro particolare, perché vado per lasciarmi ispirare da amori improvvisi con qualche titolo, ma devo dire che non è stato un anno ricco per il mio bottino. Ho acquistato libri che avrei potuto trovare tutto l’anno in qualche libreria specializzata in libri usati (non sono poi “così” fuori commercio e ho la fortuna di vivere in una città che conta una quantità spropositata di Libraccio) e perfino un libro nuovo.
Perché andare, quindi?
Beh, prima di tutto per sbirciare i libri antichi di cui ho parlato all’inizio. Sono belli a dir poco, uno spettacolo che non capita spesso; per immergersi in un’atmosfera fatta solo di libri, libri e libri, poi; per trovare qualche prodotto “collaterale” di difficile reperibilità come poster di vecchi film, fumetti e manga fuori commercio; infine per dare un’occhiata a tutta la parte di salone dedicata ai piccoli editori che si occupano di scrittori emergenti o di pubblicazioni particolari.
Una menzione speciale a due case editrici: la Hypnos, di cui abbiamo in casa praticamente ogni pubblicazione e che raccomando a tutti gli appassionati di letteratura weird e fantastica, e la DarkZone, che ha un gruppo molto attivo su facebook e fa dell’ottima pubblicità ai suoi autori.
Potrei sfinirvi di infiniti dettagli su quello che ho fatto (ottime piadine, pessimo caffè) e che non sono riuscita a fare (girare tutte le piccole case editrici), ma vi lascio con questo resoconto essenziale.
(Vi ricordo che mi trovate su instagram per restare aggiornati sulle mie esperienze in ambito di lettura e di scrittura!)