“Spellbound” è il primo libro della serie “Magic in Manhattan” di Allie Therin, pubblicato per Carina Press nel 2019. Io l’ho ascoltato su Storytel (nella sua versione originale in inglese) all’inizio di quest’anno e, dovessi scegliere solo tre parole per descriverlo, userei le stesse che si trovano in copertina love, magic and prohibition.
Ma le mie osservazioni sui libri raramente si fermano a tre parole, quindi…
Trama:
Arthur Kenzie’s life’s work is protecting the world from the supernatural relics that could destroy it. When an amulet with the power to control the tides is shipped to New York, he must intercept it before it can be used to devastating effects. This time, in order to succeed, he needs a powerful psychometric…and the only one available has sworn off his abilities altogether.
Rory Brodigan’s gift comes with great risk. To protect himself, he’s become a recluse, redirecting his magic to find counterfeit antiques. But with the city’s fate hanging in the balance, he can’t force himself to say no.
Being with Arthur is dangerous, but Rory’s ever-growing attraction to him begins to make him brave. And as Arthur coaxes him out of seclusion, a magical and emotional bond begins to form. One that proves impossible to break—even when Arthur sacrifices himself to keep Rory safe and Rory must risk everything to save him.
Partiamo dalla prima delle tre parole che descrivono questo libro: love.
Sì, perché in primo piano c’è una storia d’amore, quella fra Arthur “Ace” Kenzie e Rory Brodigan. Due personaggi che non potrebbero essere più diversi – sia per il mondo da cui provengono che per la prospettiva che hanno – e i cui punti di vista seguiamo per tutta la storia.
Il primo ha i mezzi e il prestigio sociale per portare avanti la sua attività segreta: guidare un gruppo di “paranormali” (persone con una dote magica specifica) alla ricerca di reliquie intrise di magia che minacciano il mondo. Il secondo tenta di avere una vita normale nonostante abbia la dote della psicometria, ossia la capacità di toccare gli oggetti e rivivere eventi passati che li hanno coinvolti.
Arthur è il tipo di personaggio che spesso finisce per piacermi. Un protettore, la cui inclinazione a prendersi cura degli altri è dettata dalle sue esperienze passate e che nasconde tutte le sue fragilità dietro a una maschera di sicurezza in sé e controllo della situazione. Quelli come Rory, invece, di solito mi piacciono molto meno: immaturo, capriccioso e un po’ incosciente nel suo desiderio di autonomia. Anche in questo caso, però, ho apprezzato le motivazioni dietro questa caratterizzazione – la giovane età e la diffidenza dovuta al suo potere – e alcune sfaccettature del suo passato – il rapporto con la religione, per esempio, che è uno dei temi di cui mi interessa sempre leggere.
La solitudine che i due sentono è il primo punto di contatto e la loro relazione si snoda in modo realistico durante la storia, partendo dall’attrazione per finire in qualcosa di più profondo, il tutto condito da qualche scena intima in “fade to black” più focalizzata sulla carica emotiva del momento che non sulla descrizione delle azioni (scelta che ho apprezzato, in questo contesto).
“How did you break your specs?”
“Let’s see… how was it?” Rory tapped his lips thoughtfully. “Oh, right, none of your business.”
Arthur rolled his eyes. The cute ones were always little shits.
Veniamo alla parte paranormale di questo romanzo: magic.
La trama che riguarda la reliquia magica è molto lineare, cosa che non trovo per forza negativa in un contesto in cui il vero punto di forza sono la relazione romantica e i personaggi. Anche della magia, infatti, i risvolti che ho preferito non sono tanto quelli di trama “esterna” ma quelli interni, che pongono davanti a ostacoli e mettono alla prova convinzioni.
Rory, per esempio, corre il grosso rischio di perdere presa sulla realtà nel praticare la sua magia e il tema collaterale della salute mentale mi è piaciuto molto. Le scene di psicometria sono immersive e intense, forse fra quelle che ho preferito per il modo in cui hanno consentito di giocare con le descrizioni e con le sensazioni.
Ma Rory non è l’unico paranormale della vicenda, perché Arthur si è costruito attorno una vera e propria famiglia di persone dotate di poteri magici. Questi personaggi secondari li ho trovati ben scritti e ben inseriti nell’economia della storia, soprattutto per quanto riguarda quelli femminili – con le loro ambizioni, le loro vite, le loro proprie personalità. Di certo una menzione d’onore va alla zia acquisita di Rory, Miss Brodigan, e alla telecinetica Jade (la cui relazione romantica secondaria non mi è affatto dispiaciuta).
L’unico appunto, forse dovuto alle mie preferenze personali, è quanto tutti i secondari siano buoni, dicano la cosa giusta al momento giusto, non mostrino egoismi di alcun tipo. Non è un aspetto spinto all’estremo ed è comunque piacevole conoscerli, ma io mi affeziono sempre di più a personaggi che hanno qualche oscurità.
La minaccia finale, per tornare alla trama esterna, l’ho trovata adeguata. Come si dice: senza infamia e senza lode. Le motivazioni ci sono, soprattutto per quanto riguarda personaggi del vissuto di Arthur, e c’è anche una certa dose di struggimento quando si guardano le cose da un’altra prospettiva e si comprende l’impatto di certi eventi passati, ma non mi ha fatto arrivare lì con il fiato sospeso e il cuore a mille.
“I can hold onto you because you won’t let go?”
“You’re damn right I won’t.”
E finiamo con l’ultima delle tre parole: prohibition.
La storia, infatti, è ambientata nel 1925 a Manhattan, all’epoca quindi del proibizionismo.
Ora, io sono completamente ignorante in merito quindi non posso confermare che si tratti di un romanzo storicamente accurato, ma ho trovato l’ambientazione sullo sfondo immersiva e interessante. Non prende mai il sopravvento, ma dà colore a molte scene. Un esempio è il primo incontro fra i due protagonisti, che per gran parte si svolge nello speakeasy – un locale segreto che propone intrattenimento e vende alcolici illegalmente – di proprietà di Jade.
“You make me think I got a chance. I don’t want safe, Ace, I want you.”
Quindi, se volete leggere una storia confortante e senza troppe pretese su due persone che si innamorano, condita da magia e piani per salvare il mondo, o se amate i paranormal romance ma li volete più queer e più storici, questo libro potrebbe fare al caso vostro!