Si parla tanto di come trovare un buon beta-reader (e lo farò anche io sul mio canale, se l’argomento può interessarvi), ma poco di come essere un buon beta-reader.
Non disperate, vengo in vostro soccorso con una delle mie amate liste!
Prima, però, chiariamo chi sia questa figura misteriosa: un beta-reader è un lettore di prova che legge un libro – appunto – e ne dà la sua opinione all’autore. Come evidente, non si tratta di una figura professionale come possono essere, invece, un editor o un correttore di bozza, ma di una persona amante della lettura che ha tempo e voglia a disposizione per approcciarsi a un inedito con una certa attenzione.
Quali sono le caratteristiche per comportarsi da buon beta-reader e aiutare davvero uno scrittore?
1 – Proporsi solo per opere che potrebbero interessarvi in quanto pubblico
Partiamo dal principio, ossia per quali opere sarebbe bene mettere a disposizione il proprio tempo. Evitate tutto quello che non leggereste mai in altre occasioni, per esempio. Anche se sarebbe compito dell’autore assicurarsi di selezionare beta-readers che siano il target del suo romanzo (ossia il suo possibile pubblico), solo voi conoscete davvero i vostri gusti. Se siete soliti leggere saggi polacchi sull’economia, magari evitate gli urban fantasy, ecco, perché potrebbero non essere il vostro pane e la vostra opinione ne sarebbe irrimediabilmente condizionata. Il momento in cui decidete di diventare un lettore di prova è meglio che non coincida con il momento in cui sperimentate un nuovo genere.
2 – Essere educati
Ricordatevi che il vostro obiettivo è muovere una critica costruttiva quando vi trovate davanti a scene, passaggi o scelte dell’autore che non vi convincono. Non dovete distruggere il malcapitato con brutalità (questo non fa di voi persone irriverenti e trasgressive, fa di voi soltanto dei pessimi beta-readers). Dovrete invece cercare in voi i motivi per cui quella specifica scena, quello specifico passaggio o quella specifica scelta non vi hanno convinti e, ancora più difficile, dovrete riuscire a comunicarli all’autore. Infine, siate a disposizione per domande e chiarimenti, e non prendetevela se l’autore non segue una vostra indicazione. Potrebbe darsi, infatti, che siate stati gli unici lettori a esprimere quella perplessità fra i numerosi beta-readers.
3 – Essere onesti
Il vostro ruolo non è neanche quello di solleticare l’ego dell’autore. Dire che un capitolo o una scena sono “belli” non è abbastanza, per quanto possa essere facile dichiararlo e piacevole sentirselo dire. Cercate di articolare sempre i vostri punti di vista e le vostre sensazioni, anche se sono positive, perché l’autore capirà così cosa funziona e cosa no, e farà tesoro della vostra opinione in futuro. È sempre una buona idea associare alle critiche anche le considerazioni positive, certo (sperando che ce ne siano, altrimenti il problema è molto più complesso), in modo da mettere nella giusta luce entrambe perché in rapporto con la loro controparte. Non dimenticatevi, però, di essere onesti.
4 – Conoscere la differenza fra punti di vista più oggettivi e preferenze personali
Questa questione è spinosa e non deve gravare esclusivamente sulle spalle del beta-reader. Anzi, direi che è compito più dell’autore che del lettore dell’inedito. Eppure, se vi riesce, non sarebbe male differenziare fra quello che effettivamente non vi sembra funzionare e quello che invece non rientra nei vostri gusti personali. Ovviamente, anche il punto di vista più oggettivo resta influenzato da una certa dose di preferenze, ma una distinzione esiste e va fatta. Se una scena di lotta non vi piace perché non funziona o procede senza il giusto ritmo è molto diverso che se la scena non vi piace perché usano le pistole e preferite le spade. Lo stesso principio si applica alle coppie, alle ambientazioni e ai dialoghi. A volte non funzionano per motivi che non dipendono da voi, altre volte non funzionano per voi. Questo significa che dovrete comunicare solo le opinioni che vi sembrano più oggettive? Assolutamente no, anche le vostre preferenze personali sono un’informazione importante per l’autore, ma saper distinguere le une dalle altre vi permetterà di articolare meglio i perché di cui abbiamo parlato sopra.
5 – Essere puntuali (o avvertire se non si può portare a termine la lettura)
Pubblicare un libro è anche questione di tempistiche. Certo, c’è sempre un certo margine di tempo che l’autore terrà presente, ma non potete impiegare sei mesi per leggere e dare il vostro parere su un romanzo per cui vi siete proposti. Ci sono autori che danno scadenze precise, autori che vi indicano blandamente un periodo di tempo entro cui sarebbe meglio mettersi in contatto, autori che lasciano fare a voi (magari perché siete in confidenza) e autori che sono molto precisi e organizzati, dividendo addirittura il “carico” in capitoli. Per questo è sempre meglio capire sin dall’inizio quali siano le esigenze dello scrittore e tirarsi indietro se non lo si può accontentare.
Io impiego in media un mese per “betare” un romanzo e spesso cerco di dare resoconti durante la lettura, anche se l’autore non li richiede, in modo da avere ben presenti le mie sensazioni e le mie considerazioni nei diversi momenti della trama.
Certo, gli imprevisti capitano e la vita ci odia. Se a metà dell’opera vi accorgete di non poter andare avanti, non fatevi problemi a renderlo noto. Ovviamente, se l’impossibilità di finire la lettura riguarda invece il contenuto del romanzo, cercate di essere il più possibile esaustivi sui perché, rispettando i punti di cui ho parlato.
E questo è quanto!
Presto un video su come scegliere un beta-reader e rapportarcisi nel migliore dei modi dal punto di vista dell’autore. Se volete restare aggiornati, ricordatevi che ho una pagina facebook su cui faccio rimbalzare tutto quello che scrivo qui o registro sul canale!