“Come uscita da un sogno” di Giulia Peruzzi

“Come uscita da un sogno” è un racconto saffico che scalda il cuore come l’abbraccio di una vecchia amica. Si può leggere gratuitamente su Wattpad, ascoltando questa playlist scelta appositamente dall’autrice per accompagnarci nell’avventura di Francesca.

Trama:

È l’estate del 1999, Francesca ha 16 anni ed è costretta a trasferirsi da sua nonna per un mese in uno sperduto paesino della campagna in provincia di Verona. Quello che si preannuncia l’agosto più noioso di sempre si rivelerà invece per lei, grazie a uno zio che la farà sentire capita e a un pizzico di magia onirica, il mese più bello della sua vita e quello in cui incontrerà un amore che non conosce confini.


Questo racconto all’apparenza semplice – due ragazze che si incontrano e si piacciono – in realtà nasconde tantissimo di speciale. Non solo per il pizzico di magia dovuto a come le due ragazze si incontrano, ma anche per i temi che vengono trattati, per i personaggi secondari a dir poco fantastici, per il contesto, per l’ambientazione e per la cura dei dettagli.

Non ho un luogo dove andare: tutto è destinazione, e niente è destinazione.

Ma andiamo con ordine e partiamo dal primo elemento che mi ha catturata fin dalle prime righe: Francesca. La protagonista di questa storia ha una voce estremamente caratteristica. Il fatto che sia un’adolescente si percepisce da ogni parola, da ogni pensiero e da ogni azione. Mi ha ricordato sia i momenti difficili – capirsi, capire gli altri, accettare i cambiamenti – sia quelli belli – l’intensità delle emozioni positive, l’esaltazione della scoperta, le possibilità future – ed è stato in generale facilissimo entrare in connessione con lei e capirne le motivazioni e i desideri.

Ma Francesca non è l’unica personaggia a cui mi sono affezionata, anzi. Lavinia, la co-protagonista, è piena di sfaccettature: dalla sua apparenza sicura di sé ed energetica ai momenti d’ombra dovuti alla sua storia personale. Per non parlare della nonna di Francesca, così distante dalla nipote e dal suo mondo, ma allo stesso tempo capace di esserci nel modo più semplice possibile. E poi il mio personaggio preferito in assoluto, lo zio Leo, che fa da mentore e guida per Francesca, lasciandole però lo spazio per conoscersi e capirsi da sola. Tutti, in questa storia – anche i personaggi che ho mal sopportato, come gli altri zii – sono ben scritti, hanno il loro modo di esprimersi e muoversi, la loro visione del mondo, e si integrano alla perfezione al viaggio di Francesca.

«Sono tornata», dico all’erba e alla casetta in lontananza, e quando l’aria mi porta una risata la riconosco subito.
«Portami da lei», sussurro, e lascio che il vento mi trascini in avanti.  

Un aspetto su cui non mi stancherò mai di fare i complimenti a Giulia è il modo in cui le sue descrizioni prendono vita dalla pagina, rendendo vividi i luoghi, le persone e le situazioni. Questo racconto non fa eccezione, e in più punti mi sono trovata a sentire i fili d’erba fra le dita, a respirare i profumi della campagna, a vedere il prato, il lago e la casetta dei sogni. C’è qualcosa di essenziale e allo stesso tempo di incredibilmente efficace nel modo in cui le parole si trasformano in immagini, in questa storia.

Il lavoro di ricerca fatto è evidente (e non solo perché sono stata testimone in prima persona della stesura del racconto) e i dettagli reali della fine degli anni ’90 – luoghi, associazioni, riviste, programmi, musiche, piccoli rituali – rendono questa storia ancora più vivida. Per me che in quegli anni ero bambina è stato un tuffo nel passato che più volte mi ha strappato un sorriso (anche se non tornerei indietro per niente al mondo)!

Sembra avere la mia età e indossa una salopette di jeans corta e larga, che le scopre le gambe floride, sopra una maglietta a righe colorate. Mi squadra a labbra schiuse con un’attenzione tale da farmi arrossire. Mi sento scoperta, come se riuscisse a guardarmi dentro.

Come dico all’inizio, però, il racconto non è solo ciò che appare in superficie. È una storia romantica fra due adolescenti, sì, ma c’è molto di più. Prima di tutto la scoperta della propria sessualità, che è un po’ parte del viaggio dell’adolescenza, soprattutto se non si è eterosessuali. Qui il tema è toccato con una delicatezza e un realismo commuoventi, che avrei voluto leggere da giovane e che, adesso che sono adulta, mi ha intenerito davvero tanto. Non solo, però, perché si parla molto bene anche di famiglia, nei molti significati che la parola può avere – positivi e negativi che siano –, di amicizia, di perdite e del rapporto fra generazioni diverse. Forse è perché sono tutti argomenti di cui mi piace tantissimo leggere (e scrivere), ma ho davvero apprezzato quanto l’universo di Francesca fosse ricco e stratificato.

«Si chiamano sogni lucidi», mi spiega, e gli occhi le brillano in modo strano.

Insomma, una lettura perfetta per chi vuole una storia tenera e genuina, con un pizzico di magia vera e propria e un pizzico della magia che solo le belle storie sanno creare!

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